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Cronaca Farindola

Al via il processo d'appello per la tragedia di Rigopiano, contestate le assoluzioni in primo grado

In primo grado sono state 25 le assoluzioni su 30 imputati tra amministratori e funzionari della Regione, della Provincia e del Comune di Farindola

Inizia mercoledì 6 dicembre all'Aquila il processo d'appello sulla tragedia di Rigopiano, l'albergo di Farindola che venne distrutto da una slavina il 18 gennaio 2017 con 29 vittime tra ospiti del resort e dipendenti.
Come ricorda l'agenzia LaPresse, in primo grado sono state 25 le assoluzioni su 30 imputati tra amministratori e funzionari della Regione, della Provincia e del Comune pescarese.

Oltre al gestore e al proprietario della struttura gli altri imputati (inclusa una persona giuridica, la società titolare del resort) sono accusati, a vario titolo, dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi, assolti in primo grado.

Il gup di Pescara, Gianluca Sarandrea, a maggio dello scorso anno ha condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, per omissione dell'ordinanza di sgombero dell'albergo a Rigopiano. Per tutti gli altri capi di accusa è stato assolto perché il fatto non sussiste. Paolo D'Incecco, ingegnere responsabile della protezione civile della Provincia di Pescara è stato condannato a 3 anni e 4 mesi: i pm avevano chiesto 10 anni di reclusione. Condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione il collega di D'incecco, Mauro Di Blasio. Entrambi sono ritenuti responsabili del 'monitoraggio della percorribilità delle strade e alla pulizia notturna dalla neve', perché non venne recuperato uno spazzaneve. Reato estinto e non menzione per Bruno Di Tommaso, condannato a 6 mesi di reclusione per falso, ma deceduto. Si tratta dell'ex gestore dell'albergo. Condannato a 6 mesi Giuseppe Gatto che produsse la relazione tecnica d'intervento sulle tettoie e le verande che hanno ceduto con la valanga. I pm avevano chiesto 1 anno di reclusione. Lacchetta, D'Incesso e Di Blasio sono stati condannati in solido al risarcimento del danno alle parti civili, al pagamento delle spese processuali e sono anche interdetti dai pubblici uffici. La pubblica accusa, in primo grado aveva chiesto 150 anni di condanna. I procuratori, Giuseppe Bellelli, Andra Papalia e Anna Benigni avevano chiesto 12 anni di reclusione per l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, assolto così come l'ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, perché il fatto non costituisce reato. Erano stati chiesti 11 anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola ed il suo tecnico comunale Colangeli, 10 anni per i dirigenti della Provincia di Pescara D'Incecco e Di Blasio. In appello si contesta la sentenza di primo grado, in primis le relazioni dei 3 periti del tribunale e degli altri di parte dalle cui valutazioni emergerebbe che la valanga che distrusse l'hotel non era prevedibile.

Gli assolti in primo grado sono: Enrico Colangeli, ex tecnico comunale di Farindola, Carlo Giovani, direttore del dipartimento politiche ambientali tra il 2014 e l'aprile 2015, Carlo Visca, dirigente regionale, Emidio Rocco Ernesto Primavera, responsabile del settore rischio valanghe della Regione dal 2009 al 2013, Pierluigi Caputi, dirigente del servizio prevenzione rischi della Protezione civile dal 2013. Assolto Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola, Antonio De Vico, ex sindaco di Farindola. Il dirigente regionale Sabatino Belmaggio e Andrea Marrone, consulente. Assolti Luciano Sbaraglia, co-titolare dell'hotel, Giulio Honorati, comandante della polizia provinciale, Tino Chiappino, tecnico provinciale reperibile. Assolti i dirigenti della prefettura Leonardo Bianco, Ida De Cesaris, Vincenzo Antenucci, Giancarlo Verzella, Valentina Giulia Pontradolfo, Daniela Acquaviva. Assolti Paolo del Rosso, amministratore formale della società e Antonio Sorgi funzionario della Regione Abruzzo. Assolti Salvatore Angieri e Sergio Mazzia. Assolta per illecito amministrativo la società Gran Sasso resort titolare dell'albergo.

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