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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Farindola

Sentenza appello Rigopiano, i familiari delle vittime: "Passo avanti ma non basta". Il padre di Feniello: "È un contentino"

Arrivano i primi commenti da parte dei familiari delle 29 vittime della tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola per la sentenza della corte d'appello dell'Aquila che ha deciso 3 condanne e confermato 22 assoluzioni

Sentenza parzialmente riformata in appello per la strage dell'hotel Rigopiano di Farindola.
L'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, è stato condannato per depistaggio a 1 anno e 8 mesi.

Confermata l'assoluzione per l'ex presidente della provincia di Pescara, Antonio Di Marco, come confermano le agenzia LaPresse e Adnkronos.

Il presidente del collegio giudicante, Aldo Manfredi ha impiegato 20 minuti per leggere il dispositivo della sentenza d'Appello per la tragedia dell'albergo di Farindola, distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017 con 29 vittime e 11 sopravvissuti. Confermate le sentenze di condanna del primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, ai 2 funzionari della provincia, Mauro Di Blasio e Paolo D'Incecco, responsabili della viabilità e pulizia della strada che conduceva al resort. Condanne confermate per Bruno Di Tommaso, gestore dell'albergo, deceduto e condannato per falso, reato estinto e Giuseppe Gatto, il consulente che produsse la relazione tecnica, su richiesta della Gran Sasso spa società che gestiva il resort, per tettoie e verande che poi cedettero con la valanga. Condannati anche Leonardo Bianco, dirigente della prefettura di Pescara, ed Enrico Colangeli, tecnico comunale che rilasciò il permesso alla ristrutturazione dell'hotel. Sono 22 le assoluzioni stabilite in Appello.

«Il prefetto, al di là della condanna per noi è colpevole». Lo ha detto Gianluca Tanda, presidente del comitato vittime Rigopiano alle prime notizie sul dispositivo. Per l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, è arrivata la condanna a un anno e 8 mesi dopo l'assoluzione in primo grado. «Noi non chiediamo per forza condanne enormi, basta quel poco per far capire», ha concluso Tanda, «purtroppo la Regione, grande assente, continua a mancare, ecco perché parlo di 'mezze verità'. A noi interessava capire tutta la catena non solo la parte finale della catena». 

«Continuo ad affermare che se ci sono stati anche in appello 22 proscioglimenti, l’impianto accusatorio non era stato così solido. Tuttavia, abbiamo la soddisfazione che la parte della sentenza relativa alla responsabilità per non aver tenuto aperta la strada, è stata confermata». È il commento all’Adnkronos dell’avvocato di varie parti civili, Romolo Reboa, alla lettura della sentenza di appello al tribunale dell’Aquila.

«Questa non è una sentenza, è una pagliacciata. Oggi è stato confermato quanto fatto a Pescara, non me lo aspettavo, sono deluso. Di certo ricorreremo in Cassazione». Lo dice all’Adnkronos Alessio Feniello, padre di Stefano, morto a 28 anni nella valanga che il 18 gennaio 2017 travolse e uccise 29 persone: «Con tre nuove condanne, misere, ci hanno dato un contentino. Se rubi una gallina in questo paese ti fai 10 anni di carcere, se ammazzi 30 persone resti libero. Che messaggio passa? Che puoi uccidere e passarla liscia?».

«Una sentenza che ripaga, seppur in parte, la delusione di quella di primo grado. Certo, non ci sono vincitori né vinti, ma si intravede la luce della verità». Così Alessandro di Michelangelo, fratello di Dino, morto nella strage di Rigopiano, commenta all’Adnkronos la sentenza di appello appena pronunciata nell’aula magna del tribunale dell’Aquila.

«Ringrazio la presidente Francabandera che ha mantenuto l'impegno assunto e ha assicurato la veloce conclusione del processo, in tempo utile per consentire i ricorsi senza i rischi della prescrizione. Come Regione Abruzzo siamo chiamati a recepire la sentenza e per rispetto istituzionale doverosamente non commentiamo. Per noi era importante assicurare che il decorso processuale avvenisse nei tempi necessari per garantire un esito certo», dice il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio.

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