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La tragedia dell'Hotel Rigopiano sarà sempre la tragedia di tutti: nel settimo anniversario il monito e il ricordo

Il 18 gennaio 2017 l'hotel diventò una trappola mortale per le 29 vittime e se per i parenti non c'è fine pena, qualcuno nella giustizia crede ancora in vista della sentenza d'appello. Giorni terribili che hanno segnato anche i soccorritori come testimonia il messaggio dei vigili del fuoco. Se la politica regionale si stringe nel dolore, da quella nazionale tanti messaggi per chiedere verità e giustizia

L'Abruzzo e l'Italia non dimenticano la tragedia di Rigopiano. Se la vicenda giudiziaria prosegue nelle aule di tribunale con la sentenza d'appello che arriverà il 9 febbraio, il ricordo delle 29 vittime resta vivo nel cuore di tutti soprattutto di quei familiari che continuano a chiedere giustizia per quanto avvenuto il 18 gennaio 2017.

La fiaccolata per ricordare, ma soprattutto per non dimenticare, è tornata protagonista nel luogo dove sorgeva l'hotel trasformatosi in una trappola mortale. Messaggi sono arrivati da tutti, anche dal premier Giorgia Meloni, ma il ricordo più vivo è di chi quella tragedia l'ha vissuta: familiari e soccorritori.

Il messaggio dei familiari affidato ai social: “Per noi fine pena mai”

“Settimo anniversario del giorno in cui hanno perso la vita i nostri angeli, mentre noi siamo stati condannati al fine pena mai. Inutile dire che il dolore e la mancanza sono sempre insopportabili e che da quel giorno sopravviviamo anche per ottenere giustizia”. Così i familiari delle vittime di Rigopiano sui social come riporta l'Adnrkonos.

“Lo scorso anno abbiamo affrontato l'anniversario nella convinzione che presto sarebbe arrivata una giusta sentenza che avrebbe dato pace alle vittime, un po' di serenità a noi familiari e un forte segnale a tutti gli italiani. Purtroppo così non è stato, forse è mancato il coraggio di fare emergere tutta la verità, oppure c'è stata una lettura distorta dei fatti, sebbene chiari ed evidenti”, scrivono ancora.

“Quest' anno - proseguono i familiari ci ritroviamo ad affrontare un altro anniversario a ridosso della seconda sentenza, con la speranza che il processo d'appello possa ribaltare la sentenza di primo grado e fare emergere la piena verità su una tragedia che si poteva e si doveva evitare, perché il messaggio e la pagina giudiziaria che verrà scritta per la tragedia di Rigopiano non riguarderà soltanto noi e i nostri cari, bensì il futuro di tutta l'Italia”.

Una delle mamme di Rigopiano: “Credo ancora nella giustizia, vogliamo questa non la vendetta”

“Se non dovesse andare bene, non ci arrendiamo, però voglio crederci ancora nella giustizia perché la procura è stata veramente fondamentale”. A dirlo all'Ansa parlando del processo d'appello in corso è stata Loredana Lazzari, mamma di Dino Di Michelangelo, il poliziotto morto nella tragedia di Rigopiano insieme alla moglie Marina Serraiocco. Parole pronunciate a Chieti, davanti al monumento che ricorda le vittime e dove ad accompagnarla è stato il figlio Alessandro per partecipare alla commemorazione.

“Dino amava tanto il suo lavoro, lo amava veramente, io infatti quando vedo i colleghi mi commuovo di più nel vederli – ha detto -. Forse ci sarebbe stato ancora mio figlio se li avessero salvati perché dovevano salvarli. È una frase banale quella che dico perché è all'occhio di tutti, dei media, di tutti, l'Italia è indignata per questa sentenza che è stata fatta”.

“La procura adesso sta facendo di tutto perché hanno fatto un lavoro professionale, ma molto, molto umano”. Anzi, aggiunge “umano è dir poco, quindi speriamo che adesso questi giudici dell'Aquila capiscano veramente che noi abbiamo ragione: una forza interiore ci fa avere ragione, però purtroppo il 23 febbraio scorso non è stato così”, ha aggiunto ricordando la delusione per quella sentenza di primo grado che ha visto l'assoluzione di quasi la totalità degli indagati.

“Vendetta mai - ha sottolineato -: vogliamo un po' di serenità e pace per quegli angeli che non ci sono più, che poi appresso a mio figlio io ho perso anche mio marito per il dolore, non ha retto. Io mi sto facendo forza, i sto facendo forza, però solo io la forza che metto so com'è, è una forza distruttiva, adesso speriamo che il 9 febbraio vada tutto bene”.

“L'inferno di ghiaccio” nel ricordo dei vigili del fuoco

Hanno passato giorni tra quelle macerie a lottare con dolore e speranza. Il corpo nazionale dei vigili del fuoco che è stato tra i protagonisti dei soccorsi nella tragedia dell'Hotel Rigopiano, non dimentica e ricorda le 29 vittime.

“In quell'inferno di ghiaccio e macerie – si legge in un lancio dell'agenzia Adnkronos - non sentimmo niente per due giorni dopo la valanga che investì l'hotel Rigopiano, nel territorio di Farindola (Pescara), poi la prima voce dal buio raggiunse le nostre squadre: nelle ore successive ne salvammo nove, quattro bambini e cinque adulti”.

Sui social tanti messaggi degli esponenti del governo e il coro è unanime: vicinanza e giustizia

Tanti i messaggi arrivati dagli esponenti dell'attuale governo in occasione del settimo anniversario dalla tragedia di Rigopiano a cominciare da quello della premier Giorgia Meloni: “il mio pensiero va alla loro memoria, unito all'abbraccio che rinnovo alle famiglie e ai loro cari, con l'auspicio che venga fatta piena luce su una tragedia che sconvolse l'Abruzzo e l'Italia intera. Per non dimenticare”, scrive sui social.

A chiedere che la “verità emerga quanto prima” sul suo profilo social è stato anche il presidente della camera Lorenzo Fontana così come il presidente del senato Ignazio La Russa che si unisce ai familiari nella “richiesta di giustizia”.

Il ricordo delle vittime, ha dichiarato invece il ministro degli esteri Antonio Tajani come riportano le agenzie Dire e LaPresse, “deve spronarci a lavorare affinché tragedie simili non avvengano più”. Una strada intrapresa dal governo, sottolinea ringraziando tutti i soccorritori.

A intervenire anche il ministro ai Trasporti e le infrastrutture Matteo Salvini: “Ci uniamo nel ricordo delle vittime e portiamo la nostra solidarietà alle famiglie che, dopo una sentenza in primo grado che ha visto l'assoluzione di quasi tutti gli imputati, chiedono che venga fatta giustizia vera”, scrive sempre sui social. “Da quella sciagura, che suscita ancora dolore e rabbia per le cause che la provocarono, dobbiamo trarre insegnamento tutti, istituzioni pubbliche e soggetti privati”, scrive invece il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Parole che fanno il paio con quelle del presidente della prima commissione Affari costituzionali della camera e coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano. “E' nel loro ricordo che, come amministratori pubblici – scrive in una nota -, dobbiamo lavorare instancabilmente con l'obiettivo di mettere in sicurezza il territorio e scongiurare il rischio che, simili eventi, possano causare danni alle nostre comunità”.

I messaggi del presidente della Regione Marco Marsilio e del presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri

Ha scelto i social anche il presidente della Regione Marco Marsilio per ricordare le vittime della tragedia di Rigopiano parlando di “una ferita ancora aperta per la nostra comunità e per l'Italia intera”. “Oggi – aggiunge nel posto pubblicato con una foto dei soccorritori listata di nero in segno di lutto l'Abruzzo si stringe ai familiari delle vittime e ricorda lo sforzo eroico di soccorritori e volontari”.

Per il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri “commemorare e mantenere viva la memoria di quanto accaduto il 18 gennaio 2017 a Rigopiano è più che un dovere istituzionale, è un obbligo morale di tutti, ancor più quando si rivestono cariche amministrative. C’eravamo sette anni fa, ci siamo oggi come ogni anno, in qualità di amministratori regionali, ma soprattutto come uomini e donne, padri, fratelli, zii, nonni, che in quella tragedia avrebbero potuto perdere i propri cari e che oggi hanno il compito di testimoniare e di lavorare a tutela del territorio e dei cittadini”.

Un mese quello di gennaio che da sette anni porta con sé “il fardello di un ricordo incancellabile di quello che è stato un dramma spaventoso per il nostro Abruzzo e purtroppo il ricordo di ciascuno di noi torna a quei momenti che hanno preceduto la valanga che ha travolto l’Hotel Rigopiano”. Un ricordo condiviso, rimarca, anche perché “molti di noi in quella tragedia hanno perso un conoscente, un amico, un parente, e oggi è nostro dovere concentrarci sul ricordo di quelle 29 vittime alle quali dobbiamo rendere un doveroso omaggio. Il nostro compito – conclude -, in qualità di amministratori, è quello di lavorare per impedire in ogni modo il ripetersi di simili tragedie, di prestare ascolto e attenzione ai segnali che ci arrivano dai nostri territori, dalla stessa natura, di essere sempre accanto ai cittadini, senza mai perdere di vista uno dei nostri obiettivi: garantire il diritto alla vita di ciascuno”.

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