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Attualità San valentino in abruzzo citeriore

Cittadini spaventati per i troppi furti: il parroco di San Valentino racconta la "cronaca di una notte di paura"

È uno dei comuni della Val Pescara dove da settimane le abitazioni sono state prese di mira. Don Rocco D'Orazio racconta il profondo senso di insicurezza che serpeggia tra i cittadini che si sono messi a fare le ronde aprendo un'importante riflessione. Il sindaco D'Angelo: i controlli saranno rafforzati, ma servono più forze dell'ordine

Un senso di insicurezza e di impotenza. Identiche le parole che il sindaco di San Valentino in Abruzzo Cieriore Antonio D'Angelo parlando con IlPescara e il parroco del paese, don Rocco D'Orazio sui social utilizzano per descrivere la sensazione che si sta vivendo. Anche qui, come in molti altri comuni della Val Pescara e non solo, si sta assistendo a una serie di furti in abitazione che preoccupano tutta la comunità. L'ipotesi è che la mano, anzi le mani, siano sempre le stesse, ma nonostante lanciato già da diverse settimane con in testa il sindaco di Lettomanoppello Simone Romano D'Alfonso e a seguire quello di Scafa Giordano Di Fiore che ha anche incontrato il prefetto Flavio Ferdani annunciando l'imminente installazione di una decina di videocamere sul territorio con anche Cepagatti colpita, la situazione resta critica e la paura cresce.

Lungo lo sfogo che è poi anche una profonda riflessione, che don Rocco pubblica sul suo profilo facebook raccontando la “cronaca di una notte di paura”. Sì, perché questo è il sentimento che serpeggia e le ragioni sono tante. Basti pensare che, come ci riferisce il sindaco, nelle ultime due settimane sono stati quattro i colpi messi a segno a San Valentino con in un caso anche il proprietario dentro casa, spiega. Perso quel senso di sicurezza che in comunità come queste si è sempre respirato. Luoghi dove ci si conosce tutti, dove ci si sente “a casa” anche quando non si è fisicamente tra mura domestiche. Questa la percezione che emerge a fronte comunque, lo spiega il sindaco, un numero di furti che in questa serialità da queste parti "non si erano mai visti".

Le forze dell'ordine sono a lavoro e i controlli saranno rafforzati, spiega D'Angelo riferendo dei costanti colloqui che ha con il comandante della stazione locale dei carabinieri, il maresciallo Carmine Chiola. Un impegno assicurato anche dal prefetto al sindaco di Scafa, come aveva riferito a IlPescra lui stesso. La paura però c'è tanto che, lo scrive don Rocco, a San Valentino i cittadini avrebbero iniziato a fare vere e proprie ronde per presidiare il territorio e segnalare al 112 tutto ciò che appare sospetto. Se sulla questione illuminazione le posizioni di sindaco e parroco divergono, il sentimento è pianamente condiviso: le persone non si sentono sicure.

La "cronaca di una notte di paura" di don Rocco D'Orazio. Il sindaco D'Angelo: "Mai avuti così tanti furti in così poco tempo"

“Sono ormai diversi giorni che nei paesi del nostro territorio girano bande di ladri che entrano nelle case e rubano soldi, preziosi e tutto quello che possono ritenere utile, finanche abbigliamento e accessori. Purtroppo, le povere persone che incappano in una disavventura tale, si portano dentro un segno in maniera quasi indelebile: si passa dal terrore, che col tempo si ‘mitiga’ in paura, all’ansia che piano piano diventa patologica”, scrive don Rocco parlando poi di quello che i cittadini gli hanno raccontato, ma anche di quello che ha visto con i suoi occhi.

“In paese non si dorme più:tutti sono in allerta perché ogni momento può essere quello buono per ricevere una sgradita visita. Usciti dal luogo della riunione, ho visto macchine percorrere freneticamente su e giù le strade ‘principali’ e ‘secondarie’ del territorio comunale. ‘Visto’, in verità, è una parola grossa dato che la pubblica illuminazione è assai carente nella zona in cui mi trovavo. Per non parlare delle strade più isolate o internate nella campagna. Lì, davvero, sembra di essere nella foresta nera”, prosegue.

Un tema questo su cui il sindaco D'Angelo interviene sottolineando che di recente è stato fatto un importante intervento di illuminazione nonostante le difficoltà create dai rincari energetici che in realtà dove le risorse sono quelle che sono, hanno creato difficoltà talmente grandi che quando ci fu il picco dei costi proprio nella Val Pescara molti sindaci attuarono la protesta spegnendole quelle luci. Il messaggio era chiaro: insostenibili le spese con il rischio che a pagarne le spese fossero proprio i cittadini. La sicurezza come priorità dunque, ma luci o no, di sicurezza almeno sotto il profilo di quella personale legata ai furti e la violazione del proprio privato, sembra essercene davvero poca visto che in ballo non ci sono solo le paure dei residenti di San Valentino, ma anche di tutte le realtà vicine.

“Mi sono trattenuto a parlare della situazione con alcuni vicini scesi in strada: ho percepito rabbia, paura, impotenza, solitudine – spiega ancora don Rocco -. Rabbia, perché essere una possibile vittima di furto crea una inevitabile reazione di indignazione. Si vorrebbe agire, anche con la ‘forza’, per tutelare la propria intimità domestica, i pochi beni faticosamente guadagnati, la sicurezza della casa e della famiglia. Nello stesso tempo, ho scorto volti spaventati, per sé stessi e, soprattutto, per i loro cari (mogli, figli, nipoti)”.

È qui che il parroco apre alla riflessione ponendosi domande che potrebbero sembrare ovvie se non fosse che la risposta al contrario appaia alquanto complicata. “Come si può stare tranquilli se un gruppo di persone che ‘non hanno nulla da perdere’ ti entra in casa e sei solo o sola o ci sono i bambini? Come si può andare a lavoro sapendo di lasciare una persona sola e indifesa?”, si chiede. “Questo genera una sensazione di impotenza, che si leggeva su quei volti: ci si scopre, nonostante tutto, fragili e vulnerabili. Non si sa che fare, non si può fare niente. Le persone ‘normali’ non sanno gestire le situazioni ad alto rischio. La peggior cosa è agire senza un addestramento specifico: inevitabilmente si sbaglia, procurando danno anzitutto a sé stessi”. Un monito questo che sembra proprio far pensare a quell'atteggiamento che la paura può determinare: tentare di fare qualcosa senza però avere le capacità e la formazione per farlo. C'è chi è deputato alla sicurezza: le forze dell'ordine.

Per il parroco e il sindaco le forze dell'ordine fanno ciò che devono, ma sono sotto organico e questo genera ancora più insicurezza nei cittadini

Proprio su questo interviene ancora  sottolineando che ciò che ha constatato è proprio “la ‘solitudine’ di una comunità senza riferimenti: non c’era nessuno che rappresentasse lo Stato a condividere un momento di difficoltà. Se è difficile fermare dei ladri nei nostri paesini, come possiamo pretendere di garantire sicurezza nelle realtà metropolitane, specie quelle ad alto rischio?”. Nessuna attribuzione di responsabilità, precisa perché chi c'è il suo lavoro lo fa, ma è il come si è arrivati ad averne così poche di forze dell'ordine nei piccoli centri che chi di dovere dovrebbe aprire una vera riflessione, spiega ancora.

Se la sicurezza non c'è infatti non è “perché le nostre forze dell’ordine non sono all’altezza. No!”, lo afferma con forza il parroco. Il problema è che “sono talmente sotto organico che non sanno dove correre prima. Questa nostra società che ‘adora’ il ‘dio denaro’, per far quadrare i bilanci, deve tagliare i costi per la sicurezza (non ci sono pattuglie in giro e, specie di notte, persino le caserme restano chiuse; per la ricerca (è in atto un ‘accattonaggio mediatico’ per recuperare fondi che non si ricevono dallo Stato), per l’istruzione (la nostra scuola di ogni ordine e grado è sempre più allo sbando), per la sanità (oggi una prestazione erogata prima di sei mesi è un miracolo), per il welfare (l’aumento esponenziale dei poveri, produce effetti a cascata anche su questi fenomeni malavitosi)”.

Il sindaco D'Angelo è chiaro: di furti a San Valentino ce ne sono stati anche in passato, “ma non con queste frequenza e ripetizione. Questo sta ovviamente ingenerando insicurezza e paura nei cittadini. Ci hanno garantito maggiore presenza le forze dell'ordine, ma sono sotto organico e il problema c'è. Se consideriamo la percentuale del numero di abitanti rispetto al numero dei furti avvenuti si scopre che questi ultimi sono molti di più in proporzione rispetto a quelli che avvengono normalmente”. Vedere per le strade un'auto delle forze dell'ordine o un posto di blocco sarebbe già una risposta per far tornare un po' di sereno, sottolinea. Ingiustificabile dover vivere in casa temendo per la propria incolumità, afferma ancora il primo cittadino che con il comandante dei carabinieri è in costante contatto, sottolinea, e che ora auspica il rafforzo dei controlli annunciato.

Drastico don Rocco nel chiudere il suo messaggio: “in Italia non c'è rimasto più niente. Neanche la possibilità di stare tranquilli a casa propria”. Parole le sue ampiamente condivise dai tanti che hanno commentato il suo post qualcuno anche raccontandola l'esperienza di furto vissuta. Si parla sempre di sicurezza reale e di sicurezza percepita ed è quest'ultima quella che fa da discriminante per i cittadini e da queste parti si sentono decisamente insicuri e poco tutelati anche se si parla di certezza della pena. Lo fa capire bene proprio uno dei quei commenti: “parole sante caro don Rocco – scrive un cittadino -: non c'è più sicurezza nei nostri paesi. Lunedì sera sono venuti anche da me, erano in quattro ma sono ben organizzati. Io penso che con le attuali legge leggine e quant'altro non si sconfigge questa piaga perché alla fine paga sempre l'innocente e non il colpevole”.

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